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Industria cartaria in Italia: quali risposte arrivano dal PNRR

L’industria cartaria in Italia è un settore di eccellenza che ha mostrato negli anni una fortissima propensione a quei temi che sono stati recepiti all’interno del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in particolare l’ecologia, un’eccellenza a livello europeo per la filiera italiana. Tuttavia, per continuare a conservare questo primato e mantenere anche una buona competitività sul mercato, è indispensabile che il settore si avvalga della Trasformazione 4.0, uno dei sei pilastri del PNRR.

 

Industria della carta in Italia: i numeri della filiera 

L’industria della carta è un’eccellenza italiana. Secondo le stime di Allianz Trade, è la seconda industria d’Europa dopo la Germania, con il 10,7 dei volumi complessivi. In particolare, spiegano gli analisti, l’Italia è “il secondo produttore europeo di cartone ondulato, con un ragguardevole attivo commerciale di comparto”. L’industria occupa più di 160 mila addetti, per un fatturato complessivo di circa 25 miliardi di euro. Secondo Assocarta, l’industria cartaria italiana ha prodotto nel 2022 8,7 milioni di tonnellate di carta, di cui il 65% dedicato al consumo interno. 

 

Industria cartaria in Italia: l’eccellenza ambientale 

Secondo una recente stima congiunta da parte della Federazione Carta e Grafica di Confindustria e Comieco, l’industria cartaria in Italia ha già superato gli obiettivi di riciclo fissati per il 2030. Nella filiera italiana della carta e del cartone da imballaggio, il tasso di riciclo era dell’87,3% già nel 2020, contro una media europea del 73,9% ma soprattutto superiore al tasso dell’85% fissato come obiettivo.  

Si tratta di un comparto reso virtuoso da ragioni di opportunità – l’Italia ha una tradizione di riuso che deriva dalla scarsità di materie prime – ma che si avvicina a uno dei già citati pilastri del PNRR, cioè Rivoluzione verde e transizione ecologica. Proprio per questo, saranno in una posizione di vantaggio tutte quelle aziende intenzionate a sfruttare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, anche per avviare o consolidare un progetto di transizione digitale. 

 

Industria cartaria in Italia: l’evoluzione necessaria

 Come molti altri comparti del manifatturiero italiano, una situazione a macchia di leopardo caratterizza anche l’industria cartaria per quanto riguarda la trasformazione digitale: il livello di innovazione è lasciato alla visione di ogni singola proprietà o dirigenza. Oggi è più che mai necessaria una accelerazione che consenta alle aziende italiane di conservare non solo il loro primato di eccellenza, ma soprattutto la competitività in un mercato in cui i margini di errore vanno riducendosi sempre più. 

La Transizione 4.0, per esempio, è uno degli obiettivi perseguiti dalla Federazione Carta e Grafica di Confindustria fino dalla sua fondazione nel 2017, quando concetti molto simili erano espressi nel Piano Industria 4.0. Per dare un’idea dell’entità delle risorse in gioco, consideriamo che questa sola linea d’azione ha a disposizione, all’interno del PNRR, 13,38 miliardi di euro dei 40,32 del pilastro di riferimento.  

 

Come il PNRR può supportare l’industria cartaria in Italia

 Anche il settore cartario – al pari di altri settori del manifatturiero – può avvalersi del PNRR soprattutto in termini di impulso all’innovazione, sfruttando i vantaggi fiscali e finanziari messi a disposizione per le aziende che decidono di innovare. Tuttavia, questo deve avvenire secondo obiettivi concreti e soprattutto con riscontri immediati sulla produzione. Difatti, secondo l’analisi della Federazione Cartaria emergono l’aumento della produttività, seguito dall’innovazione di prodotti e servizi offerti e la riduzione degli scarti di produzione fra gli obiettivi principali della filiera a medio termine.  

Immagine propensione per Industria Cartaria in Italia quali risposte arrivano dal PNRR

Obiettivi che trovano ampia risposta nella digitalizzazione. Per esempio, l’uso di software come ERP specifici per il settore della carta permette di abbattere i tempi di gestione e analisi, ma non solo. Grazie alle nuove direttive della Transizione 4.0, gli ERP integrati con i MES di settore possono contribuire a migliorare l’efficienza di tutti i flussi – compresi quelli produttivi – collegandosi ai sistemi di gestione preesistenti, anche a bordo macchina, e coordinandone le operazioni: da questo emerge come uno dei presupposti fondamentali della trasformazione digitale, nonché quello più vantaggioso in termini di efficienza operativa, sia proprio la permeabilità del dato 

 
Oggi un sistema di gestione delle risorse aziendali sufficientemente innovativo è in grado di coordinare le risorse lungo tutta la filiera, anche esternamente all’azienda. Rifacendosi alle specifiche già presenti in Industria 4.0, infatti, è possibile estendere l’integrazione anche verso fornitori e clienti, automatizzando i processi di gestione grazie a sistemi sempre più moderni, flessibili e facilmente integrabili. Il vantaggio di questa interoperabilità viene così esteso all’intera filiera, con mutuo vantaggio di tutte le parti. 

 
Per fare un esempio ancora più pratico, si può pensare a due linee produttive al lavoro su uno stesso ordine la cui consegna è prevista in blocco: è possibile calibrare i tempi di lavorazione in modo da arrivare correttamente a scadenza senza costose variazioni della pianificazione in termini di ore di lavorazione dei macchinari e straordinari del personale. Tutto questo è possibile grazie agli ERP dedicati al settore, che ne gestiscono le specificità in modo affidabile e flessibile.  

 

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