Aumentare l’efficienza produttiva nell’industria della carta oggi è un obiettivo più facile da raggiungere rispetto al passato. Tale semplificazione deriva dalla disponibilità di tecnologie avanzate che appartengono al paradigma di Industry 4.0 il quale presuppone una interconnessione costante di macchine, oggetti, sistemi informativi e persone durante tutto il ciclo produttivo. A questo si aggiunge l’opportunità di poter contare su una serie di indicatori oggettivi, collegati direttamente ad architetture IT modulari, con cui è possibile monitorare in ogni istante l’andamento della produzione in ciascuna fabbrica, sia che si tratti di una cartiera, di un’azienda specializzata in cartone ondulato o di uno scatolificio. Detti indicatori, i cosiddetti KPI (Key Performance Indicator), permettono di avere parametri chiave connessi al singolo impianto, al reparto, alla linea, alla commessa o al cliente e restituiscono in forma grafica e tabellare gli eventuali scostamenti dalle metriche giudicate ottimali. Parafrasando una delle massime più citate di Lord Kelvin, si può migliorare qualcosa solo se la si può misurare. E questo vale anche per l’efficienza produttiva.
Nel manifatturiero, e quindi anche nel settore della carta, il principale KPI prende il nome di OEE (Overall Equipment Effectiveness) e si basa su tre valori integrati tra di loro, uno dei quali è proprio quello dell’efficienza produttiva calcolata sulle prestazioni, mentre gli altri due si riferiscono alla disponibilità dei macchinari e alla qualità dei prodotti. Mentre l’efficienza misura la produzione reale in un dato lasso di tempo confrontandola con quella teorica pianificata, la disponibilità si concentra sul rendimento effettivo degli impianti e la qualità sul rapporto tra “pezzi buoni” e prodotti imperfetti all’interno della produzione totale. L’analisi delle inefficienze, così, prende in esame tutti gli elementi che intervengono nell’identificare le criticità, ponendo le basi per rimediare tempestivamente quando occorre. La capacità di organizzare questi dati dipende, ovviamente, dalla dashboard, cioè dal cruscotto che è in grado di registrarli e di combinarli insieme con appositi algoritmi che trasformano gli input in numeri e valori di immediata comprensione.
Tenendo presente che esistono differenze tra azienda e azienda e tra settore e settore industriale, un valore di OEE considerato di riferimento per una produzione efficiente (World Class), è di circa l’85% ed è il risultato del calcolo con dei valori di KPI come quelli indicate di seguito:
KPI WORLD CLASS
Disponibilità: 90,0%
Performance: 95,0%
Qualità: 99,9 %
OEE: 85,0%
Quindi non esiste un valore di OEE considerato un valore assoluto da raggiungere ma va rapportato alla propria realtà. Per esempio, se tutti e tre i fattori KPI fossero al 90%, sembrerebbe un ottimo risultato ma il valore di OEE sarebbe solo il 72%. Studi internazionale indicano per le aziende manifatturiere un valore medio di OEE del 60%. L'importante è analizzare gli OEE e i fattori chiave KPI nel tempo correggendo le inefficienze per il miglioramento della performance complessiva della produzione.
Conoscere i motivi delle inefficienze è la strada maestra per provvedere e, di conseguenza, per incrementare l’efficienza produttiva negli opifici che lavorano la carta. Poiché i parametri OEE hanno lo scopo di indagare a fondo sullo “stato di salute” di un contesto industriale specifico, è opportuno che quelli adottati a beneficio di cartiere, imprese di cartone ondulato e aziende del packaging siano stati elaborati espressamente per tali comparti. Sebbene, infatti, come si è accennato sopra, l’OEE sia un metodo di misurazione diffuso nel manifatturiero in generale, la sua efficacia deriva dall’attinenza con il comparto in cui trova impiego. Questo significa, per esempio, che le prestazioni di una macchina del cartario saranno rilevate in termini di velocità delle battute. Oppure, vuol dire che la determinazione della qualità sarà ricavata dalla quantità di scatole senza difetti in uno scatolificio o dai metri lineari buoni raffrontati ai metri lineari scartati se si tratta di un ondulatore.
La possibilità di visionare su un monitor l’andamento dei flussi produttivi presuppone che ci sia un’infrastruttura in grado di raccogliere tutti questi dati laddove vengono generati. Allo scopo, esistono piattaforme come i MES (Manufacturing Execution System) che hanno lo scopo di acquisire automaticamente i dati dalle linee di produzione nelle aziende manifatturiere. Analogamente a quanto ricordato prima, a proposito dell’importanza di poter disporre di indicatori OEE non generici per l’industria della carta, questo vale a maggior ragione per questi sistemi che, a valle, si interfacciano con le macchine. Infatti, visto che le caratteristiche delle realtà economiche che operano nella produzione sono molto differenti, occorre che i MES implementati negli stabilimenti cartari siano architetture verticali, sviluppate cioè per questa filiera in particolare. Solo così potranno gestire fenomeni tipici come quelli dell’interfacciamento con la taglierina e con l’impilatore nelle imprese di cartone ondulato, oppure effettuare i classici controlli di certificazione FSC (Forest Stewardship Council). Esempi, fra i tanti, di come l’aumento dell’efficienza produttiva nell’ambito della carta abbia bisogno di tecnologie e modelli 4.0 ad hoc.