Per indicare sinteticamente l’andamento economico di un’azienda si usa di solito considerare i suoi margini operativi: il margine operativo lordo (o MOL) e il margine operativo netto (o MON). Sono due valutazioni evidentemente collegate ma che vengono utilizzate con scopi diversi.
Il MOL fa riferimento alla sola gestione operativa, senza considerare né gli interessi, né le imposte e neppure il deprezzamento dei beni e gli ammortamenti. È in estrema sintesi è la differenza tra fatturato e costi operativi (materie prime, servizi, costo del lavoro) ma di solito si preferisce calcolarlo indirettamente considerando il margine sulle vendite, ovverosia il rapporto tra MOL e fatturato. Da qui si ha una indicazione di sintesi: un rapporto che cresce indica che la redditività delle vendite aumenta mentre diminuisce il peso dei costi operativi.
Quando si tratta di prepararsi a realizzare analisi più approfondite è utile considerare il MON (margine operativo netto): questo si configura come il reddito operativo, frutto della suddivisione per aree operative di gestione. Nel settore industriale, come in altri ambiti, è quest’ultimo aspetto che consente di capire meglio come si è realizzato il reddito netto frutto dell’attività di un’impresa. In questa fase di analisi vanno considerati molti aspetti la cui corretta gestione massimizza il risultato operativo cercando allo stesso tempo di minimizzarne i rischi.
Tra questi aspetti vi sono in primo luogo:
In generale la previsione dei margini operativi non è un’operazione banale, soprattutto perché si tratta di valori “critici” che vengono spesso utilizzati per la valutazione complessiva del valore d’impresa. Al di là delle metodologie di previsione statistica che è possibile adottare, va considerato che qualitativamente i margini dipendono dal settore di attività dell’azienda e dagli elementi competitivi collegati.
Il successo di un’attività dipende, dunque, dal contesto locale nel quale viene realizzata e, ancor di più, dalle capacità di realizzarla e gestirla in base a obiettivi e risorse disponibili. E proprio qui entrano in gioco opzioni come la gamma dei servizi o dei prodotti da commercializzare e/o distribuire, il loro livello di qualità, i target da raggiungere, le strategie marketing da attuare, l’investimento promozionale scelto, le attrezzature, gli impianti e i locali necessari da acquistare o noleggiare, nonché il personale e le competenze utili a raggiungere i propri obiettivi.
Non da ultimo occorre ricordare che la reddittività è un aspetto strettamente correlato alle scelte strategiche e al contesto specifico in cui un’impresa viene avviata. Questo si riflette in particolare nella gestione degli investimenti in tecnologie e, in generale, in tutti i beni immateriali e materiali necessari a far crescere il business d’impresa secondo le linee di sviluppo che l’azienda stessa si è data.
Una accurata gestione del Piano Economico Finanziario - nel quale simulare investimenti, prodotti o servizi da offrire, costi fissi o variabili per ottenere i risultati conseguenti a scelte imprenditoriali diverse - serve a dare una linea guida per il futuro dell’azienda.